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Cenni storici |
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Comano: nome ufficiale dell'abitato e del Comune. La forma dialettale locale è Cumànn. Gli abitanti, detti i Cumanés, sono soprannominati i Sgarbelée "i graffiatori", nomignolo che trova oggi riscontri nel titolo del tradizionale giornalino del carnevale di Comano. Il comune fa parte del circolo di Vezia nel distretto di Lugano.
La popolazione residente oggi è di 2'184 abitanti; il forte incremento demografico lo si è registrato nel dopoguerra passando dai 398 abitanti nel 1930 agli oltre 1100 nel 1983 e oltre 2000 nel 2012. Il confine comunale segue in minima parte elementi naturali del terreno, tratti di corsi d'acqua che solcano il territorio: Val di Strìi, Val di Durònn, val da Trenscì, Val da Runch, val salvàdiga. Comano è limitato a nord dai territori di Vaglio e Origlio, a ovest da Cureglia, a sud da Porza e a est da Canobbio.
Ad un'altitudine di 511 m, Comano è esposto a sud e sorge su un ampio terrazzo a semicerchio. L'antico abitato, distinto in due nuclei compatti di pregevole fattura architettonica, costituisce un tipico esempio di villaggio di collina del Luganese.
L'assetto territoriale di Comano è rimasto si può dire inalterato dal Medioevo fino al secondo dopoguerra. Attorno al nucleo originario, sui pendii lievi e mossi dei due versanti della collina, si estende la campagna, un tempo territorio ubertoso di viti, cereali e pascoli; da oltre un trentennio è in atto qui una profonda mutazione dell'aspetto del territorio, conseguente all'abbandono generale dell'agricoltura in forma primaria, che si manifesta nella massiccia trasformazione di terreni di campagna in zone residenziali.
Sopra il limite dei terreni coltivati che cintura la collina sopra il paese al livello di circa 550m, un tempo anche limite tra proprietà private e terreni patriziali, inizia la vasta zona di selve castanili e boschi di latifoglie, inframmezzati da radure di pascoli, che culmina al promontorio di San Bernardo. |
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San Bernardo: appunti su una festa.
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Niente si sa di preciso sull'origine dell'oratorio di San Bernardo; l'edificio risale alla seconda metà del sedicesimo secolo, ma diversamente che per analoghi luoghi di culto non sembrano essersi tramandate in paese leggende che ne raccontino le circostanze della fondazione. Consuetudine largamente attestata in ambito europeo era la presenza dell'eremita, solitario abitatore di alcuni poveri locali annessi all'oratorio.
Personaggio caro alla devozione popolare, l'eremita (più spesso laico che sacerdote), svolge un ruolo preciso all'interno della comunità quale guardiano responsabile del luogo di culto. Eremita al San Bernardo dal 1818 al 1832 fu Valeriano della Romagna, al secolo marchese Ottavio Albicini di Forlì, canonico, poi rivoluzionario cisalpino esule, predicatore di fama, morto in odore di santità e sepolto nel santuario.
Oggi ancora a Comano e nei paesi circostanti egli è ricordato come Ul Remitùr, considerato un santo del popolo; la tradizione popolare ricorda l'impressione che esercitarono certe sue prediche e gli attribuisce alcuni eventi sovrannaturali, come il suono spontaneo della campana del santuario alla sua morte o il soave odor di rosa che emanava dal suo cadavere posto in poltrona in mezzo alla chiesa, dove a stento fu salvato dal popolo, il quale voleva tagliare pezzi di tunica e di corda in ricordo.
A Comano la devozione a San Bernardo sembrava comunque avere un carattere di intercessione e prevenzione dalle calamità naturali, con processioni all'oratorio fin dal Cinquecento.
Oggi la festa si svolge la terza domenica di agosto, ma i Cumanés hanno l'abitudine di trascorrere sul Colle anche il lunedì successivo per il San Bernardìn. |
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Stemma Comunale Spaccato al 1° di rosso, a tre gigli d'oro; al 2° bandato di rosso e d'oro. |
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E' l'arma della famiglia Tarilli, ora estinta. Il Comune volle così ricordare Domenico Tarilli - 1.IX.1533 / 26.II.1593, parroco di Comano dal 1561 alla morte, fondatore di una scuola e autore delle ben note memorie seicentesche chiamate "Cronaca di don Tarilli" (1560-1686). La sua arma figura su un affresco del soffitto della casa Tarilli (XVI s.) e su un camino, in stucco, nella casa Tarilli alla Posta, XVII s., ambedue a Cureglia. Il Comune ha adottato l'arma con brisura.
Estratto da: Gastone Cambin, ARMORIALE DEI COMUNI TICINESI, 1953 |
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Raccolta di immagini storiche sono visibili sul sito dell'Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla. |
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